Overview
To be seen
Wind farm, mountain orchids, Morainic Amphitheater, Valdadige and Chiusa.
Route of the Monte Mesa Wind Park.
We start from Piazza Busolli next to the church of San Giovanni Battista and head south, after a few tens of meters we will find ourselves in via Vigo, then take the second street on the left, follow via Molonara and then leave it after a few meters to follow the cycle path that will lead us to cross Corte Rizzoni, one of the several historical courts of Rivoli.
Church of San Giovanni Battista
Then at the crossroads, always keep left on the cycle path for about fifty meters, then turn right and take via Montindon which leads directly onto the path towards the wind farm.
Wind farm
“The plant consisting of 4 wind turbines of 2 MW each for a total of 8 MW of power, was built on Monte Mesa which has the great distinction of still hosting arid meadows rich in wild orchids.
Wild orchids
Particular attention was paid to orchids: not only were the different species mapped, but also all the individual specimens that could have been destroyed by the construction site, with sufficient precision to extract the bulb from the ground during the winter and transplant them outside the area. of construction site before the start of the latter. Specialized technicians then collected the seeds of the protected orchid species, which were then reproduced by the hundreds in the laboratori of the “Parco Barro”, which then took care of the subsequent transplantation inherent in the dry meadows previously deforested and cleaned. Another peculiarity was the sieve and the screening of the ground excavated on site to create runways and pitches, both the vegetal and inert part, which allowed, after the assembly of the wind turbines, to reconstruct not only the morphology of Monte Mesa but also its pedology .” (Source Legambiente). Once under the first altarpiece you can admire a unique panorama of its kind: if we look towards the north / west you can admire the entire Morainic Amphitheater, the Valdadige up to arriving with a look to the east and see the Rocca di Rivoli and the Chiusa.
Panorama
We continue towards the other blades arrived under the last one descend until we cross the cycle path that will take us back to the center of Rivoli. Once we arrive at the junction with via Corte Rizzoni we keep to the left, cross the road and take via Brol up to the roundabout from here turn right into via Campo sports and in a few meters we arrive at the starting point.
Quick Info
- Maximum altitude 290 meters
- Difference in altitude 123 meters
- Distance 4,6 km
- Time Foot: 2 hours
Adatto
- An Adult (18+) can supervise up to 8 children (6-15 years and over 1.2m).
- Adults can supervise from the ground or up on the course.
- 16-17 year olds do not need supervision.
- Adults who are up for testing their limits in the great outdoors.
Non adatto
- Minimum age: 10 years old
- Maximum weight: 20.5 stone (130kg)
- Designed for those over 13 years old and 7 stone/45kg
- Minimum height: 1.4 metres (4ft 7")
Other routes
The path of the monks
To be seen
An association, such as the present one, which boasts the expression pro loco, already in the header explicitly declares, without reservations, that it intends to operate exclusively for the benefit of the local community of Caprino Veronese: alien to ulterior motives, private interests. pro loco, già nell’intestazione dichiara in modo esplicito, senza riserve, di intendere operare esclusivamente a beneficio della locale comunità di Caprino Veronese: aliena da secondi fini, da interessi privati. Espressione comune di un associazionismo vitale che, nelle varie connotazioni, caratterizza le nostre generose popolazioni, si identifica, però, per l’attenzione, in particolare, riservata alla valorizzazione, alla promozione del territorio caprinese nei suoi aspetti paesaggistici, ambientali, storico-artistici. Così la Pro Loco si fa attiva protagonista di innumerevoli iniziative indirizzate alla conservazione e alla valorizzazione di un patrimonio che si vuole anche condividere e fra queste si pone il progetto “ I cammini della Corona”.WAY OF THE MONKS
From the Hermitage of San Giorgio to the Sanctuary of the Madonna della Corona
Presentation
Il progetto “I cammini della Corona” nasce dalla dichiarazione del Ministero dei Beni Culturali e Turismo che ha proclamato il 2019 come “Anno nazionale del turismo lento”. Il turismo lento è un turismo di nicchia che si propone quale alternativa al turismo “tutto e subito” o “mordi e fuggi” perché presuppone il camminare con ritmi che consentono di guardarsi intorno, concedendosi il tempo di osservare, di assaporare, di ammirare e di vivere l’esperienza di un luogo “ascoltandone” le storie. La ricchezza storica, culturale, religiosa ed anche enogastronomica del nostro territorio può in tal modo essere messa a disposizione di chi intende vivere un’esperienza “intima” (anche se non necessariamente solo) e crede che il camminare a “passo lento” sia una filosofia in cui le gambe sono sì il veicolo ma è la persona intera che entra in gioco; il cammino stesso ci procura un senso di libertà che è anche un guardare (non solo un vedere distrattamente e velocemente), uno scoprire un territorio, un rendersi conto di quello che è o è stato, un relazionarsi con le persone e le “cose” che si incontrano e si scoprono. Il progetto “I cammini della Corona” è impostato appunto sul paradigma del “camminare lento” ed è imperniato su due caposaldi del nostro territorio: l’Eremo camaldolese di Bardolino ed il Sanctuary of the Madonna della Corona. Abbiamo pensato quindi a vari itinerari che, partendo da direzioni diverse (l’alto lago di Garda, il baso lago, le colline di Rivoli, Ferrara di monte Baldo), arrivino a questi due punti nevralgici del territorio con una serie di varianti che spesso, intersecandosi tra loro, permettono al viandante di scegliere il proprio “cammino”. Oltre agli splendidi paesaggi naturali, che lo accompagnano, il “camminatore” entra in relazione con un patrimonio storico, artistico, spirituale, dato dalle numerose chiesette medioevali, dai capitelli, dalle croci votive, ma anche dai palazzi, dalle ville, dai monumenti, dalle fontane e dai lavatoi: da tutto ciò che i nostri antenati hanno costruito e ci hanno lasciato in eredità perché, appunto, ne potessimo “godere” con coscienza e responsabilità. Nei più o meno lunghi percorsi, infine, non possono mancare dei momenti di sosta e luoghi, che abbiamo debitamente provveduto ad individuare e a segnalare, dove sostare e riposare; rifocillarsi, gustando i prodotti tipici, per “assaporare” il nostro splendido territorio, e, magari, trascorrere anche la notte. Walter Pericolosi Preface Quello cosiddetto religioso è a tutt’oggi il turismo più diffuso che muove su tutta la Terra masse di fedeli di ogni confessione. Si tratta di un fenomeno generale, trasversale che non riguarda soltanto l’universo cristiano, in particolare cattolico, e trova le sue motivazioni, ben oltre l’aspetto prettamente turistico del viaggiare, del visitare-conoscere, in una necessità, dall’uomo sempre avvertita, di un soccorso soprannaturale nei pericoli, nelle calamità che il semplice fatto di esistere comporta; di un conforto ai mali, alle sofferenze dell’anima e del corpo. Così fin dalle origini del Cristianesimo, magari anche sollecitato dalle narrazioni agiografiche, si assistette ad un flusso di devoti che si mettevano in viaggio per recarsi sui luoghi dove si conservavano le sacre reliquie o le spoglie tumulate dei santi. A Verona, per restare in un ambito a noi prossimo, fin dagli inizi del V secolo il vescovo Petronio scriveva di come al sepolcro di Zeno, il santo patrono della città, convenisse una folla di devoti, di afflitti nel corpo o nell’anima a implorarne l’ausilio e di come egli provvedesse prodigiosamente a guarire gli infermi, a mondare gli animi dal peccato, restituendo la gioia della purezza. Ovviamente fin d’allora non poteva essere ignorato, aspetto di certo profano ma di sostanza, l’opportunità di profitto che tali flussi di devoti comportava. Ricorderò, dicendo di una santa pure a noi vicina, l’Adelaide prigioniera sulla rocca di Garda, che, una volta accoltene le spoglie mortali, i monaci del monastero dei Santi Pietro e Paolo, a Seltz in Alsazia, provvidero prontamente a redigere un Liber miraculorom, dove si narrava dei miracoli dalla santa compiuti: un testo proprio ad uso dei pellegrini, ad incentivarne la devozione, le visite e… le donazioni. In tempi meno lontani è nota a tutti la diffusione del culto per la Vergine ed il proliferare di venerati santuari, quali, sempre in un ambito locale, quelli della Madonna della Corona a Spiazzi, della Madonna del Frassino a Peschiera, della Beata Vergine del Soccorso a Marciaga. In questi convenivano non solo singoli devoti, ma persino intere comunità, come si sa della gente di Bardolino che nel 1665 si era recata processionalmente al santuario della Corona ad invocare la pioggia. Ottenuta la grazia, un celebre quadro venne fatto dipingere per ex voto a tramandarne la memoria. E mantenere il voto era un adempimento così grave che nemmeno la morte poteva sciogliere. Così in testamenti del Quattro-Cinquecento non sono infrequenti disposizioni da parte dei testatori a che i propri eredi siano tenuti, personalmente o tramite dei sostituti, a soddisfare il voto di un pellegrinaggio al santuario della Madonna di Loreto, alla basilica di Sant’Antonio di Padova, ma pure alla chiesa della Madonna della Corona che in vita non avevano potuto mantenere. E oggi, nonostante il distacco dai valori dello spirito, ci tenta ancora il farci pellegrini e cercare consolazione ai nostri giorni, quando questi ci assalgono cupi e minacciosi. Giuliano SalaThe sanctuary of the Madonna della Corona
The popular legend In una notte di giugno del 1522 alcuni abitanti del Baldo notarono degli intensi bagliori luminosi provenire dalle rocce attorno alla Corona, un luogo inabitato, molto impervio e praticamente irraggiungibile. Questi, stupiti ed incuriositi da quella luce, si protesero, affacciandosi, sulle alture rocciose sottostanti, e udirono provenire dal basso una dolce melodia. Così, anche più meravigliati, avvertirono la necessità di accertarsi di quanto accadeva e di “svelare” quel mistero! Non c’erano allora sentieri percorribili, le pareti rocciose erano inaccessibili: l’unico modo per raggiungere il luogo, da dove provenivano la luce e la delicata melodia, era quello di farsi calare in basso attraverso corde annodate. Ed ecco, messo in atto lo stratagemma, la sorpresa: una statua della Madonna, con il Cristo morto sulle ginocchia, che emanava una “strana” luce. Dopo attimi di smarrimento, scioltisi nella preghiera, decisero di issare in alto la bella statua, perché tutti la potessero ammirare e la collocarono quindi in una piccola cappella alla quale accorsero subito numerosi fedeli. Ma l’indomani la statua era “sparita”: tutti la cercarono, ma nessuno riusciva a trovarla, finché decisero di calarsi ancora da quelle rocce e… la ritrovarono miracolosamente nel luogo del giorno precedente. La riportarono così nella cappellina e ancora, durante la notte, la statua “ritornò” tra le rocce. I devoti abitanti compresero allora che quella era la volontà della Madonna e quindi, proprio dove era apparsa, costruirono un’edicola in muratura ove riporre la statua. La voce naturalmente si diffuse e tra i vari pellegrini che vi accorsero ci furono anche alcuni cavalieri Gerosolimitani i quali riconobbero in essa la statua della Madonna scomparsa d’improvviso da Rodi nel 1522, quando l’isola era caduta in mano ai Turchi: gli angeli l’avrebbero trasportata tra le rupi del Baldo. Walter Pericolosi Historical-artistic notes on religious buildings and places of spirituality along "The path of the monks"
Hermitage of San Giorgio di Bardolino
La Congregazione camaldolese di Monte Corona, a seguito di donazioni, avviò sul monte San Giorgio di Bardolino la fondazione di un eremo che, ultimato nel 1665, venne nel 1672 eretto in priorato. Soppresso nel 1810 in causa delle disposizioni napoleoniche sugli ordini monastici, il complesso dell’eremo fu acquistato dal conte Danese Burri che fece abbattere le cellette di mezzo, mentre le laterali furono adibite ad abitazione dei contadini, impiegati nella lavorazione dei terreni messi a coltura. Nel 1885 la Congregazione lo riacquistò dagli eredi insieme a tutto il monte San Giorgio e vi inviò nuovamente dei monaci. Questi, tranne che per una breve parentesi fra gli anni 1962-1972, vi rimasero fino a quando nel 1993 a loro subentrarono i monaci camaldolesi di Toscana ai quali l’eremo era stato concesso in comodato dal vescovo di Verona. La chiesa monacale, costruita in stile moderatamente barocco sulle rovine di un antico oratorio, è a un’unica navata con sacrestia e tre cappelle laterali; pregevole il coro con 24 stalli in noce ad accogliere i frati nella recita dell’Ufficio Divino giornaliero. Fra i dipinti, che ornano gli altari, ricordiamo le pale con le raffigurazioni di San Giorgio e il drago, di autore ignoto e in passato erroneamente attribuita a Giovanni Tedeschi, di San Romualdo, opera di Palma il Giovane, e della Vergine fra sant’Anna e san Gioacchino di Francesco Paglia. Costermano German military cemetery Sul colle Le Guardie, in località Baesse di Costermano, si stende in uno scenario di verde punteggiato d’erica il Cimitero ossario realizzato fra gli anni 1956-1967. Qui furono raccolte le salme di oltre 22.000 soldati tedeschi, caduti negli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, tratte da cimiteri militari e occasionali luoghi di sepoltura dell’Italia settentrionale. I filari ordinati delle lapidi ne segnano le sepolture in un monito contro la guerra e anelito di pace. Recentemente il comune di Costermano sul Garda ha avviato il progetto per la realizzazione di un parco contiguo, significativamente denominato Parco dell’amicizia dei popoli. Oratory of San Rocco di Pesina The oratory of San Rocco, which overlooks the south side of the road that leads from Costermano to Pesina, has been documented since at least 1523 with the function of welcoming local people to the celebration of mass, especially farmers in the summer. Over time it underwent various renovations up to its present appearance with a neoclassical façade, a single hall, equipped with two side chapels, and a quadrangular apse, where the seventeenth-century altarpiece by Giovanni Ceschini is kept with the depiction of the titular saint; an elegant raised choir leans against the counter-façade. On the outside of the east wall rises the quadrangular bell tower, surmounted by an octagonal drum and a pyramidal brick cusp, with on the top a very ruined statuette that would have depicted San Rocco.- 879 meters
- 20,5 km
C1 – Pesina/Boi/Piozze/Castello/Pesina
To be seen
Public Pesina’s washhouse
Proceed to ancient Salgar hamlet, composed with buildings dated back to 1300, probably the oldest in the nearby. Now go to Via Salgare and then to Via Loppie; 100 mt on your right, you will find a waterhole called “Fontanel”.fontanelProcediamo verso l'antico borgo Salgar, composto da edifici risalenti al 1300, probabilmente i più antichi dei dintorni. Andate ora in Via Salgare e poi in Via Loppie; Dopo 100 mt sulla vostra destra troverete una pozza d'acqua chiamata “Fontanel”.fontanel” con annesso un abbeveratoio per animali:Fontanel
Now turn left following the path flanking communal valley until crossing Via Loppie again. Turn right and after 300 metres you will be in Malaspina’s Court; turn left and you reach the Madonna della Mercede’s church; nearby there is Boi washhouse-fountain. fontana-lavatoio di Boi:Boi washhouse-fountain
Si prosegue su via Porton, costeggiando un antico pozzo proprio di fronte il vecchio “Comun de Boi”. Si riattraversa la via principale Pesina-Caprino, fiancheggiando la carreggiata per circa 200 metri. A questo punto si sale, a sinistra, sulla strada delle “Fornase”, sulla destra si nota il lavatoio della contrada:Contrada’s washhouse
Walk up and you will reach contrada Piozze, and an ancient cross, commissioned by Chignola’s family in 1839. Leaving Piozze there is the hamlet’s fountain-washhouse. fontana-lavatoio di Piozze:Piozze fountain-washhouse
Continue west and, turning right, you arrive at Casetta and then the localities of Le Tane and Moschetta. From here you go down towards the only road that flanks, to the north, the park of Villa Negrelli and, once you reach the crossroads, keep left, skirting the locality of Castel, an ancient prehistoric castle; you arrive at the cemetery which incorporates the remains of the primitive parish church of Pesina present since 1460, dedicated to Santa Cecilia. You go down the road lined with cypress trees and arrive at the starting point.- 365 metri
- 140 metri
- 5,8 km
C2 – Caprino/Rubiana/Gaon/Caiar
To be seen
Rubiana di Sotto washhouse
Si prosegue sino ad incontrare via San Lorenzo, si svolta a destra e poi, prima del bivio, sul sentiero a destra fino a ritrovare l’abitato. Una breve rampa, superata la strada, porta nella piazzetta su cui si affaccia la chiesa di S. Eurosia su cui è posta una lapide che ricorda i rastrellamenti nazifascisti del 28 gennaio 1945. Quindi si scende fino ad incontrare la stradina che da Rubiana porta a Gaon, che si raggiunge (prendendo a sinistra) in una decina di minuti circondati da viti ed alberi da frutto. Giunti a Gaon si prende a sinistra in leggera salita e si raggiunge in pochi metri il bel lavatoio vicino a casa Zeni, per poi, ritornando sui propri passi, in breve giungere alla fontana-lavatoio di Gaon:Gaon di Sopra washhouse
Fountain-washhouse of Gaon di Sotto
Una breve deviazione ci porta nel centro della frazione alla chiesa di S. Rocco:Church of S. Rocco
deserve to be visited. Downhill until Casette, go on and on the right side you can admire another fountain, the remains of a mill, the house where Enrico Fermi (Physicist, Rome Sept. 29th 1901, Chicago Nov. 28th 1954) stayed in 1925. In a few minutes you are in Caiar, where you can admire a sundial, a fresco and a Pink Fountain (1827). bella fontana racchiusa all’interno di mura quadrate. Continue walking and you will arrive at Cometti which used to be a marble factory then, after about 500 metres turn right and you will arive at the starting point. Villa Carlotti.- 392 metri
- 135 metri
- 6,3 km
C3 – Platano/Pazzon/Tasso/Porcino/Lubiara
To be seen
Wash-house of Villa Nichesola, Mill of Val Secca, Wash-house of Porcino and Lubiara, Valle del Tasso and “Gorgo” del Tasso. The waterways retraces ancient paths where we find fountains, wash houses, mills that testify to the ingenuity of man and his way of organizing the territory and its resources. Departure in Platano where it is possible to visit Villa Nichesola (open on weekdays), and the wash house located in the garden, at the exit of the watercourse of the villa’s pond. lWashhouse collocato nel giardino all’uscita del corso d’acqua del laghetto della villa.Wash house
Si sale alla frazione di S. Martino con l’omonima chiesa-oratorio del XIII secolo, casa dell’Abate e lavatoio. La strada prosegue verso nord con a sinistra lo stabile Bertoldi e figli, che un tempo era un mulino, e a destra un piccolo lavatoio. Si prosegue fino alla provinciale per Spiazzi e girando a destra si giunge ad uno dei mulini di Val Secca, con funzione di segheria per legname, con ruota e canaletta in pietra ripristinati e funzionanti:Mills of Val Secca
Proseguendo verso Spiazzi si arriva a Villa Cariola, più avanti sulla sinistra si vede la sorgente Fontana e Capitello detta Mascheron. Si prosegue fino a Pazzon con la fontana, scavata in unico blocco di marmo rosso Verona. A destra della fontana si prende il sentiero per la Val del Tasso, dove si incontra un pregevole lavatoio, quindi si prosegue fino alla valle con il “Gorgo”, una cascata naturale del torrente:Val del Tasso
Si prosegue verso la località Porcino, famosa nel secolo scorso per la fabbrica dei “copi”, coppi di Porcino; ancora oggi sono visibili le fornaci. In questa contrada vi è la fontana-lavatoio in marmo rosso Verona:Fountain-sink in Verona red marble
Si sale alla frazione di Cimaino e da qui, con un bel panorama sulla vallata di Caprino e sul Monte Baldo, si arriva in località Ori di Sopra, si prende la strada per le cave di marmo e si sale per 200 mt, per poi scendere a destra verso Località Gamberon. Qui girando a sinistra si arriva a Lubiara, tenendo la strada per Caprino, si incontra prima la bella fontana, e più avanti il lavatoio: Arrived at Villa Colpani-Becherle-Sandri, turn left and go down to a small capital, continuing to the right you come to another capital. Returning up the steps to the capital, you can go up to the courtyard of the Sometti complex and visit the wash houses. Turning right you arrive at the Villa dei Camini (Mountain), at the Platano dei 100 Bersaglieri and passing the bridge you return to the parking lot in front of Villa Nichesola’.- 439 metri
- 157 metri
- 10,4 km